martedì 22 marzo 2016

Il “lunghissimo” come allenamento per la maratona da "StefanoMosca.it"

Il “lungo” o “lunghissimo” è l’allenamento cardine per lo sviluppo della resistenza aerobica generale e per il miglioramento della potenza lipidica parametro fisiologico fondamentale per compiere la maratona.


Per un maratoneta infatti nessun altro mezzo di allenamento è indispensabile, perché può essere sostituito da un’altro o dall’insieme di altri due, ma se si vuole finire la gara di 42,195 km bisogna per forza compiere alcune sedute superiori ai 30-32 km e successivamente di 34-35 km e più.


L’agonista o l’amatore che, in gara o in allenamento, hanno già percorso più volte distanze lunghe sembrano necessitare di un numero inferiore di sedute di “lunghissimo”, come se certi adattamenti fisiologici permangano per tempo; lontano dalla maratona invece l’atleta può rimanere anche qualche mese senza compiere tratti superiori ai 20 km
Il chilometraggio indispensabile per preparare bene la maratona (sopra i 34 km) può essere raggiunto senza soffrire solo per gradi, cioè aumentando di qualche chilometro per volta la distanza più lunga che si fa in allenamento, ogni 2 settimane. Per esempio si compiono 30-32 km, poi dopo 15 giorni se ne fanno 34-35 e dopo altre due settimane si prova a fare 36-38 km.



Esso ha le seguenti caratteristiche generali:

– Finalità: è un allenamento di fascia 1, che come detto precedentemente serve per sviluppare caratteristiche di resistenza generale.
Nel principiante serve per adattare la mente ad uno sforzo prolungato, sia pure di bassa intensità. Muscoli, tendini, legamenti e articolazioni si rinforzano per eseguire il gesto della corsa ed ottenere il massimo rendimento con il minimo sforzo, i meccanismi di termoregolazione e idratazione si migliorano
Nell’agonista serve per migliorare la potenza lipidica, cioè la capacità dei muscoli di produrre energia dall’ossidazione dei grassi nell’unità di tempo, e per perfezionare la tecnica di corsa rendendola meno dispendiosa, allentando le tensioni e gli irrigidimenti dovuti alla fatica fisica di uno sforzo prolungato.



Personal Trainer Bologna Stefano Mosca - il "medio" è un allenamento per il podismo di fascia 2



– Distanza: il principiante che si pone come obiettivo quello di terminare la maratona, può partire con un allenamento di 20 km per arrivare fino a 30-32 km nelle settimane che precedono la gara. Un agonista può partire con tratti di 24-25 km fino a raggiungere lo stesso chilometraggio del principiante e nei due mesi che precedono la maratona si possono raggiungere distanze attorno ai 35
Km.

–       Respirazione: viene corso a respirazione facile RF dal momento che il ritmo è quello della soglia aerobica.



Personal Trainer Bologna Stefano Mosca - Scala di Borg per la valutazione della fatica da 1 a 10



– Sforzo: sulla scala di Borg da 0 a 10 il livello di fatica deve essere 1-2 ed aumenta a 3 verso gli ultimi chilometri.

–       Ritmo: il principiante avendo come obiettivo quello di arrivare al termine della maratona non stremato dalla fatica, avrà adattamenti positivi anche correndolo ad andature basse, più basse del “lento”, quindi con respirazione facile e livello di fatica da 1 a 2 che potrà aumentare verso gli ultimi chilometri. Tale allenamento produrrà con innalzamento della soglia aerobica che si avvicinerà alla soglia anaerobica, ma và comunque sempre corso ad un ritmo più lento di quello che si terrà in gara. L’agonista o comunque chi ha già corso la maratona tenderà a correrlo all’andatura tenuta in gara, cioè al “ritmo maratona”, e dovrebbe fare riferimento alla velocità della “massima potenza lipidica” alla quale si ha il massimo consumo di grassi per minuto, misurata o con test degli scambi gassosi o estrapolata dalla velocità della soglia anerobica.


Miglioramento della potenza lipidica da A a C. Il punto 1 corrisponde alla massima potenza lipica, il 2 alla velocità della maratona, il 3 alla soglia anaerobica



Come si può vedere dalla figura 3 , le curve indicano l’andamento della potenza lipidica in funzione della velocità di corsa: al punto 1 corrisponde la massima potenza lipidica, al punto 2 corrisponde la velocità a cui si corre la maratona e al punto 3 corrisponde la soglia anaerobica. Grazie agli allenamenti, il passaggio dalla curva A alla B e alla C comporterà un’innalzamento della massima potenza lipidica e anche della potenza lipidica al ritmo maratona, consentendo in gara un più alto utilizzo dei grassi corporei per fornire energia con conseguente risparmio di glicogeno muscolare. Dalla figura si noterà anche che correndo a ritmi più lenti di quello della massima potenza lipidica si ha ugualmente un’alto consumo di grassi e pertanto si ha un notevole stimolo al miglioramento di questa caratteristica; al di sotto e al di sopra di certe velocità di corsa e di VO2max  infatti la potenza lipidica diminuisce, in entrambi i casi. Ecco perché l’agonista, dopo un iniziale periodo dove si sarà allenato per aumentare la distanza percorsa non deve correre il “lungo” a ritmo del lento, dal momento che sarebbe una velocità troppo bassa per sviluppare un’adattamento, ma piuttosto ad un’andatura di 15”-30” più lenta di quella dell’ultima maratona o di 45”-60” più lenta della velocità di soglia anaerobica.



Stefano Mosca - Personal Trainer Bologna



– Dosaggio settimanale: tenendo in considerazione del tipo di stanchezza che questo allenamento produce, soprattutto a livello muscolare e tendineo, e del fatto che permette di ottenere buoni adattamenti con un numero non elevato di sedute, può essere utilizzato ogni 2 settimane, percorrendo nella settimana di mezzo un chilometraggio inferiore, per esempio 30 km, 18 km, 32 km, 20 km, 34 km, percorrendo quindi nelle 12-16 settimane che precedono la maratona 5 o 6 lunghissimi. Se per qualche motivo un podista è costretto a stare 3-4 settimane senza correre il “lungo”, può correrlo due settimane consecutive a patto che venga saltato nella terza.

– Progressione del lavoro: si possono aggiungere ogni volta 2-3 km rispetto alla distanza percorsa precedentemente, impiegando quindi alcune settimane per arrivare sopra i 32 km se si parte da una percorrenza iniziale di 20 km. Nel caso di un atleta facilmente soggetto ad infortunio il “lunghissimo” può essere corso anche ogni 3 settimane per consentire un adeguato adattamento di tendini, legamenti e di tutto l’apparato locomotore allo stress meccanico indotto da questo tipo di corsa.


Abbigliamento e integrazione: dal momento che deve essere un’allenamento simulazione di gara, bisogna usare scarpe e abbigliamento che si useranno quel giorno, ed anche l’integrazione con gel e bevanda idrosalina và provata per testare la reazione gastrica in ottica del giorno della competizione.

Fonte: Stefano Mosca.it